
La paura di non farcela, la paura di soffrire, la paura di perdersi…
La paura, insomma.
Eccola. Si presenta puntuale, mai invitata. Arriva e scombina i piani.
Sarebbe bello non arrivasse più. L’ho pensato spesso, lo pensano le persone con le quali faccio i colloqui del percorsopersonale.
Tutti vorremmo evitarla o mandarla via. Però non funziona così. La questione non è mandarla via.

Per un paio di anni ho praticato uno sport che ho amato molto: le immersioni subacquee. Mi hanno mostrato meraviglie che mai avrei potuto immaginare. Ho fatto un corso, in piscina. Quando, concluso il corso, ho iniziato a fare immersioni “vere”, mi sono accorta di un problema.
Una volta indossata l’attrezzatura e dopo essersi tuffati nell’acqua, si sgonfia il GAV (*) e, grazie anche alla cintura di pesi che si indossa, si inizia a scendere sott’acqua portati dal proprio peso. Mi è capitato per un po’ di volte che, mentre il resto del gruppo sgonfiava il GAV e scendeva negli abissi, io rimanevo in superficie. Da sola. A quel punto facevo una capovolta e nuotavo dritta verso il fondo.